Fiducia, reputazione, consapevolezza sono valori e categorie interpretative in grado di coltivare l’infodiversità, premessa per un futuro sano dell’ecosistema della conoscenza e della vita sociale, anche in considerazione del principale criterio che dovrebbe stare alla base di una comunicazione orientata in senso etico: la vita delle persone. A queste categorie si aggiungono quelle relative alla gestione della credibilità e della reputazione che passano per le ricadute delle quattro responsabilità del giornalista, trattate nel volume che ospita questo contributo: disciplinare, civile, penale e amministrativo-contabile. Entro questa cornice interpretativa, una questione rilevante che si pone, soprattutto entro la riflessione più ampia aperta da questo volume sulle responsabilità del giornalista e sulle relative sanzioni in caso di violazione, è quella su quanto e come la visibilità del giornalista possa portare a spettacolarizzare o ad oscurare gli stessi comportamenti devianti o comunque scorretti di cui si rendano responsabili i giornalisti dentro o fuori l’esercizio della professione. In altre parole, quanto e quando diventano comunicabili e fanno notizia i reati commessi dai giornalisti e le relative sanzioni o condanne? Per rispondere a questa domanda, dopo un’analisi della rilevanza dei giornalisti nell’arena dei media mainstream, sarà proposta una selezione di alcuni casi di dominio pubblico di giornalisti che hanno subito condanne o sono stati sottoposti a sanzioni disciplinari legate all’esercizio della professione e, per motivi comparativi, anche al di fuori della pratica professionale, durante il decennio 2007-2017. L’obiettivo è quello di comprendere i motivi della “popolarità” mediatica, la rilevanza delle notizie, che giustificherebbe l’inserimento dei casi nell’agenda informativa nazionale o locale, e le modalità adottate nella trattazione da parte dei media tradizionali e innovativi. SOMMARIO: 1. Premessa. L'informazione tra realtà, diritto e dovere. - 2. Visibilità e potere. Giornalisti nell'arena dei media mainstream. - 3. 2007-2017: un decennio di giornalismo errante. - 4. Case studies. - 4.1. Diffamazione: Sallusti, Feltri, Travaglio: - Sallusti, "Libero" e le responsabilità del Direttore; - Feltri, il "metodo Boffo", false attribuzioni e diffamazione; - Marco Travaglio e le condanne che fanno spettacolo. - 4.2. Istigazione all'odio razziale: Maurizio Belpietro e Filippo Facci; - Maurizio Belpietro: maestro dell'hate speech multipiattaforma; - Filippo Facci e la spettacolarizzazione dell'odio. - 4.3. Oltre il giornalismo: Cozzi, Marrazzo, Fede; - Piero Marrazzo: politica, droga, sesso, corruzione; - Emilio Fede, le feste di Arcore e la ricerca dell'autorità perduta. - 5. Conclusioni.
Il destino di Narciso. I giornalisti e i loro reati fuori e dentro le rappresentazioni mediali / Gavrila, Mihaela. - STAMPA. - 1(2018), pp. 551-586.
Il destino di Narciso. I giornalisti e i loro reati fuori e dentro le rappresentazioni mediali
Mihaela Gavrila
2018
Abstract
Fiducia, reputazione, consapevolezza sono valori e categorie interpretative in grado di coltivare l’infodiversità, premessa per un futuro sano dell’ecosistema della conoscenza e della vita sociale, anche in considerazione del principale criterio che dovrebbe stare alla base di una comunicazione orientata in senso etico: la vita delle persone. A queste categorie si aggiungono quelle relative alla gestione della credibilità e della reputazione che passano per le ricadute delle quattro responsabilità del giornalista, trattate nel volume che ospita questo contributo: disciplinare, civile, penale e amministrativo-contabile. Entro questa cornice interpretativa, una questione rilevante che si pone, soprattutto entro la riflessione più ampia aperta da questo volume sulle responsabilità del giornalista e sulle relative sanzioni in caso di violazione, è quella su quanto e come la visibilità del giornalista possa portare a spettacolarizzare o ad oscurare gli stessi comportamenti devianti o comunque scorretti di cui si rendano responsabili i giornalisti dentro o fuori l’esercizio della professione. In altre parole, quanto e quando diventano comunicabili e fanno notizia i reati commessi dai giornalisti e le relative sanzioni o condanne? Per rispondere a questa domanda, dopo un’analisi della rilevanza dei giornalisti nell’arena dei media mainstream, sarà proposta una selezione di alcuni casi di dominio pubblico di giornalisti che hanno subito condanne o sono stati sottoposti a sanzioni disciplinari legate all’esercizio della professione e, per motivi comparativi, anche al di fuori della pratica professionale, durante il decennio 2007-2017. L’obiettivo è quello di comprendere i motivi della “popolarità” mediatica, la rilevanza delle notizie, che giustificherebbe l’inserimento dei casi nell’agenda informativa nazionale o locale, e le modalità adottate nella trattazione da parte dei media tradizionali e innovativi. SOMMARIO: 1. Premessa. L'informazione tra realtà, diritto e dovere. - 2. Visibilità e potere. Giornalisti nell'arena dei media mainstream. - 3. 2007-2017: un decennio di giornalismo errante. - 4. Case studies. - 4.1. Diffamazione: Sallusti, Feltri, Travaglio: - Sallusti, "Libero" e le responsabilità del Direttore; - Feltri, il "metodo Boffo", false attribuzioni e diffamazione; - Marco Travaglio e le condanne che fanno spettacolo. - 4.2. Istigazione all'odio razziale: Maurizio Belpietro e Filippo Facci; - Maurizio Belpietro: maestro dell'hate speech multipiattaforma; - Filippo Facci e la spettacolarizzazione dell'odio. - 4.3. Oltre il giornalismo: Cozzi, Marrazzo, Fede; - Piero Marrazzo: politica, droga, sesso, corruzione; - Emilio Fede, le feste di Arcore e la ricerca dell'autorità perduta. - 5. Conclusioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.